Queste sono inferenze implicite o esplicite che appartengono al nostro pensare occidentale:
– se non si vede, non esiste
– se non si riesce a spiegare, non lo si prende in considerazione
– se è discrepante all’interno della teoria scientifica dominante, lo si ignora .
Il granulo omeopatico è una di quelle cose che scardinano certezze: se analizziamo in laboratorio un granulo di un rimedio omeopatico qualsiasi, sopra alla dodicesima diluizione (CH)(indica la percentuale di diluizione 1/100della sostanza di partenza, processo ripetuto per 12 volte) non troviamo alcuna molecola della sostanza originaria.
Quindi, un granulo di un rimedio omeopatico cura ma senza avere alcun principio attivo; non si riesce a spiegare con l’impianto logico scientifico di riferimento e quindi, essendo un elemento propriamente discrepante, lo signora ridicolizzando la scienza di cui esso è lo strumento.
Viene detto che, se non c’è materia, abbiamo a che fare con il nulla. E l’omeopatia è la quindi la scienza del nulla.
Sono state spese tante, tantissime energie ad affermare che non è vero, che l’omeopatia non è la scienza del nulla.
Forse è meglio cessare di tentare di far cambiare ad altri il sistema di pensiero in base al quale ragionano e vivono, e dedicarsi invece a spiegare in un linguaggio scientifico moderno, a loro comprensibile, il “nulla” omeopatico, che dà così tanti buoni risultati con così tanti pazienti.
Iniziamo quindi passo passo a osservare questo “nulla” e aguzziamo la vista, magari potremmo iniziare a “vedere” qualcosa.